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Lettera di Latium Vetus alla nuova Soprintendente di Roma

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Ecco il testo della lettera che l’Associazione Latium Vetus ha inviato alla nuova Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, Arch. Renata Codello, ex Soprintendente della Cittร  di Venezia.

Gentile Arch. Renata Codello,

sono a congratularmi con lei per il suo nuovo incarico alla guida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma e a darle il benvenuto nella Capitale a nome non solo mio ma anche dellโ€™Associazione Latium Vetus che presiedo.

In qualitร  di Presidente dellโ€™Associazione Latium Vetus, realtร  associativa locale che si batte per la tutela e la valorizzazione delle specificitร  culturali e territoriali della Campagna Romana, ed ancora di piรน come attivista impegnato giร  da anni nelle battaglie per la salvaguardia dellโ€™identitร  della nostra terra e dei beni collettivi, senza alcuna velleitร  nel voler insegnare nulla a nessuno, voglio rimarcarle il gravosissimo compito che la aspetta qui, nella Capitale.

Roma รจ per certi aspetti molto simile a Venezia, dove lei รจ stata fino a qualche giorno fa Soprintendente: se Venezia ha infatti bisogno di battersi primariamente per la sua sopravvivenza fisica, tristemente e sorprendentemente questo vale anche per Roma. Roma infatti, come la cittร  di Venezia, dispone di un grandissimo patrimonio culturale consegnatole dalla storia, un vastissimo patrimonio sia di tipo archeologico, sia architettonico ed anche paesaggistico. Parimenti la Capitale dโ€™Italia ha a disposizione una vastissima disponibilitร  di investimenti pubblici e privati. Tuttavia se gli investimenti per la cultura non mancano per i grandi monumenti del Centro cittร , luogo di transito dei flussi turistici questo non si puรฒ dire per quanto riguarda tutte quelle centinaia o meglio migliaia di episodi culturali grandi e piccoli, per tutte le emergenze archeologiche, architettoniche e paesaggistiche anche di enorme pregio che sorgono nellโ€™hinterland romano e nellโ€™area gravitante la Cittร  storica.

La Campagna Romana decantata nei secoli scorsi dagli intellettuali del Grand Tour, ammirata, studiata ed indagata in passato da grandissimi topografi come Antonio Nibby, Thomas Ashby, Giuseppe Tomassetti e Rodolfo Lanciani, oggi contrariamente al Centro รจ vittima del degrado, dellโ€™abbandono e dellโ€™incuria, qualora proprio di pesantissimi progetti urbanistici, che nascondono dietro i termini โ€œtrasformazioneโ€ ovvero โ€œvalorizzazioneโ€ il vero volto degli investimenti legati spesso a doppio filo alla mera speculazione e alla rendita fondiaria. Tutto questo si sta traducendo nella nostra terra nellโ€™aumento esponenziale dellโ€™edificato di scarso pregio e spesso di scarsa utilitร  che in barba al principio di sostenibilitร  sta portando alla perdita dei caratteri identitari della campagna romana, sempre meno legata allโ€™agricoltura e sempre piรน luogo di attivitร  antropiche come la gestione e lo smaltimento di rifiuti ovvero lโ€™edilizia.

โ€œTrasformareโ€, โ€œsnaturareโ€, โ€mutareโ€, seppure caratteristica del โ€œfareโ€ degli anni contemporanei non ha una conclusione cosรฌ tanto diversa rispetto alle distruzioni dovute allโ€™abbondono dei secoli bui del medioevo: la caratteristica comune รจ la perdita dei valori identitari, delle caratteristiche identitarie che rendono grande e compiuta una comunitร  occidentale come quella Italiana e romana in senso piรน stretto.

In breve a causa di tutto un insieme di dinamiche legislative ed amministrative, il patrimonio culturale romano giace in molti casi a rischio di totale compromissione o peggio di perdita. Da una parte gli interessi privati, dallโ€™altra gli interessi pubblici, spesso su piani diversi ed inconciliabili: piani che i tecnici e gli uffici della Soprintendenza che lei dirige a mio avviso non riescono sempre a sintetizzare.

Perfettamente consapevole del ruolo di grande delicatezza che incarna il suo incarico, inteso anche come grande mediazione fra interessi privati ed interessi pubblici sono comunque ad auspicare che il suo arrivo a Roma, ristabilisca il ruolo della โ€œTutelaโ€ intesa come preminente a qualsiasi interesse privato, cosi come sancito nel patto sociale che รจ la nostra Costituzione e ribadisca il ruolo della โ€œValorizzazioneโ€ intesa non come deregolamentata porta dโ€™acceso degli interessi privati alla gestione della cultura e al governo del territorio ma come indispensabile ed irrinunciabile forma di gestione degli interessi collettivi.

La Cultura non รจ e non puรฒ essere considerata un mero settore ancillare a quello turistico o peggio agli interessi di pochi e parimenti lo Stato deve invece saper assicurare la conservazione di tutto il suo patrimonio culturale cosi come ci รจ stato consegnato da chi รจ venuto prima di noi: questo significa rispettare quanto prodotto dalla storia, rispettare il lavoro di chi ha gestito, amministrato e protetto questi beni nel passato e al contempo vuol dire rispettare i nostri figli, i nostri nipoti e colori i quali verranno dopo di noi e ai quali consegneremo questo immenso patrimonio identitario.

Con lโ€™augurio di poterla conoscere di persona quanto prima e di poter collaborare con lei ed i suoi uffici, le rivolgo i miei piรน sinceri auguri di Buon Lavoro; un lavoro che sappia non perdere mai di vista gli interessi collettivi e sappia attuare una vera e reale Tutela ed al contempo una vera e reale Valorizzazione del nostro patrimonio culturale e della nostra Cultura.

Cordiali Saluti.

Giacomo Castro
Presidente Associazione โ€œLatium Vetusโ€

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