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Crollo di San Giuseppe dei Falegnami. Le considerazioni.

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E’ presto per parlare delle cause del crollo del tetto, venuto giù alle ore 14,40 di oggi, giovedì 30 agosto 2018, e che ha devastato la Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano. Ancor di più è prematuro parlare delle eventuali responsabilità, che con ogni probabilità saranno accertate dalla magistratura. L’unica triste ed attuale certezza è la perdita irreversibile di una meravigliosa opera d’arte come il soffitto seicentesco a cassettoni della chiesa romana, e la corsa contro il tempo per mettere in salvo le strutture e l’interno dell’aula ecclesiastica esposta ora alle intemperie.

Il fato ha voluto, per fortuna, che il crollo non abbia causato né feriti né vittime, poiché come affermato “sarebbe potuta essere una strage” nel caso il cui il cedimento si fosse verificato durante uno dei numerosi matrimoni celebrati all’interno della chiesa.

Al di là di coloro i quali parlano di “tragica fatalità”, di “evento improvviso ed inaspettato” quasi a mettere le mani avanti circa la sua imprevedibilità, questo crollo accende in noi dei DUBBI (lo diciamo nero su bianco), relativamente alla conservazione di un monumento, restaurato sembrerebbe appena tre anni fa – il condizionale per ora è d’obbligo – le cui reali condizioni strutturali non erano note né al vicariato di roma, proprietario dell’edifico di culto, né agli organi del MiBAC preposti alla tutela.

QUESTA E’ LA CONSIDERAZIONE CHE CI SCONCERTA E CI PREOCCUPA: il fatto che un monumento di questa importanza, al centro di Roma e quindi sotto i riflettori internazionali, possa crollare fra lo stupore generale senza che realmente se ne conoscesse il reale stato di conservazione e di rischio. Si tratta di una preoccupante (e aggiungeremmo “ulteriore”) ombra sulla tutela del nostro patrimonio storico artistico, che già da anni risulta essere una vera e propria emergenza. Bisogna affrontare questa sfida con maggiore rigore, competenza e coraggio, iniziando dall’aumento dei budget di spesa ministeriali inerenti la conservazione del patrimonio culturale non solo pubblico – ma anche privato.

In definitiva è un giorno triste per tutti coloro che amano Roma e il suo territorio, e più in generale per tutti coloro che si impegnano per la tutela del patrimonio culturale italiano.

Speriamo non occorrano altri giorni come questo.

Lo staff di Associazione Latium Vetus 

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