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Al via a Nettuno la mostra ‘Satricum. Scavi e reperti archeologici’

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Mercoledì 11 giugno, alle ore 16.30, presso l’istituendo Museo della vecchia Fonderia di Borgo Le Ferriere, sarà inaugurata la Mostra “Satricum. Scavi e reperti archeologici”, alla presenza del Sindaco di Latina Giovanni di Giorgi e della prof.ssa Marijke Gnade, docente di Archeologia preromana presso l’Università di Amsterdam, che ha condotto gli scavi presso il locale sito archeologico di “Satricum”, città latina (VII – IX sec. a.C.) denominata, in altro articolo di questo giornale, “Latina vetera”, in quanto fu uno dei principali centri italici dell’area pontina.

La mostra è stata organizzata dall’Università di Amsterdam in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Dal prossimo 11 giugno, e fino all’11 gennaio 2015, sarà possibile vedere tutti i reperti più importanti rinvenuti nella mostra ‘Satricum’ presso la Vecchia Fonderia di Le Ferriere (Latina, via Nettunense 101).

Molti si porranno la domanda “Perché l’inaugurazione viene fatta di giorno feriale e quindi lavorativo?”. Non per un capriccio né per distrazione, ovviamente! Si è voluto questo giorno, per un retaggio storico, in quanto l’11 giugno veniva celebrata la festa dei “Matralia” in onore a “Mater Matuta”, dea italica, protettrice della maternità, in origine dea dell’aurora e di ogni nascita, il cui tempio era ubicato proprio a “Satricum”, di cui oggi esistono gli ampi resti del basamento e, nei dintorni, un’area insediata di circa 40 ettari, la maggior parte della quale è tutta da scoprire.

Il luogo venne scoperto nel 1896 dal francese Graillot che mise in luce i resti del tempio. Le autorità italiane, però, decisero di curare direttamente gli scavi che durarono fino al 1898. I reperti recuperati furono portati al Museo di Villa Giulia. Successivamente ci furono diversi tentativi di scavo, ma la vera esplorazione iniziò, sotto la guida del dott. C.M. Stibbe, nel 1977 durante la quale fu ritrovato nel basamento del tempio un blocco riutilizzato, il famoso “lapis Satricanus”, dedicato al dio Marte da parte degli amici di Publio Valerio (Poplios Valesios). L’iscrizione è databile intorno all’anno 500 a.C., periodo in cui visse Publius Valerius, il mitico fondatore della Repubblica romana nel 509 a.C., la cui biografia fu scritta da Plutarco. Dieci anni di ricerche e scavi (2003–2013) per portare alla luce la ‘Via Sacra’ (risalente alla fine del VI sec. a.C.), accesso dell’antica città di Satricum verso il mare, dove sull’Acropoli si trovava il tempio dedicato alla dea dell’Aurora Mater Matuta. E grandi edifici adiacenti, tombe attribuibili alla storica popolazione dei Volsci e, addirittura, una tomba dal sorprendente ricco corredo appartenuta a una bambina di origine latina databile al VII sec. a. C..

Tra i pezzi ritrovati c’è anche un calice in ceramica usato per il vino risalente al V secolo a.C., che fa pensare a una cultura enoica legata a queste terre fin dai tempi più antichi.
L’esplorazione della zona è continuata e continua ancora sotto la guida prof.ssa Gnade, alla quale va un personale plauso per la tenacia e per l’impegno dimostrati, al fine di raggiungere l’obiettivo che è quello di rendere definitivamente il sito di “Satricum” aperto al pubblico assieme al Museo. Ciò darebbe impulso turistico ed anche economico al nostro territorio, i cui cenni storici dimostrano che l’insediamento di “Satricum” ha una storia antecedente a quella di Roma.

I visitatori della mostra potranno ammirare un’ampia panoramica dei diversi aspetti dell’insediamento, dagli albori del IX secolo a.C. all’età romana, coprendo un periodo di quasi un millennio. In mostra circa 750 reperti, fra cui molti ‘inediti’ provenienti dai recenti scavi della città e mai esposti prima d’ora.

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